martedì 30 dicembre 2014

Freddo e limpido


E così anche quest'anno si avvia alla conclusione. Non mi posso proprio lamentare di questo 2014, clima a parte.
E in questi giorni non mi posso neanche lamentare del clima: fa un freddo porco, quello sì, ma c'è il sole. E il termometro, se c'è il sole, può farmi quello che vuole.
Certo, ha nevicato. E purtroppo l'ha fatto proprio il giorno in cui è venuta a trovarmi una mia carissima amica, che vedo una o due volte all'anno.
Però poi, il giorno dopo, quando siamo andati in giro per campi, è venuto il sole.




L'effetto che vedete nelle foto è quello della leggera foschia che si alza a circa un metro e mezzo dalla neve, quando il sole la scalda.
Uno spettacolo bellissimo, che purtroppo in foto sembra nebbia e basta.

Ma noi sappiamo che non è così, e oggi magari ci torniamo.

domenica 21 dicembre 2014

Il tè con le amiche


Come sicuramente già saprete, il tè accompagna ogni momento della mia giornata.
Ho tantissime tazze, tra cui non saprei scegliere la mia preferita. Sono tutte mug o simili, molto capienti, per tenermi compagnia mentre lavoro o leggo o faccio la maglia.
Eppure, qualche mese fa, sono stata affascinata da un inutile e bellissimo servizio da tè di porcellana bavarese, visto e rivisto in un mercatino dell'usato di Torino.
E me ne sono talmente innamorata che i miei suoceri hanno pensato di regalarmelo.
Lo uso per il tè con le amiche.
Detto così, ricorda la classica immagine delle bambine che prendono il tè con le proprie bambole.
Beh, bambole a parte, il concetto è proprio quello: prendiamoci un tè con tutti i sacri crismi, come se fossimo signore importanti che si incontrano con le amiche. E quindi via di teiera, tazze col piattino, zuccheriera, persino lattiera.
E torta, quella che vi ho mostrato ieri.
Ci siamo fatte gli auguri e scambiate un paio di pensieri, che dimostrano quanto ci conosciamo bene anche nelle piccole cose.
E, dal momento che il solstizio era imminente (è oggi), abbiamo fatto una piccola divinazione, una lettura di carte del 2015. Con gli stupendi tarocchi di Euforilla, che ne ha parlato qui.



Peccato che il tempo non abbia collaborato, e che ieri il sole non sia riuscito a bucare la nebbia.
Ma poco male: la nostra stufa ha lavorato a pieno regime, con grande soddisfazione dei gatti di casa.


sabato 20 dicembre 2014

Primo giorno di vacanza


Ieri per me è stato il primo giorno di vacanza di Natale.
In realtà, sono stata a casa per assistere Daisy nella convalescenza post-operatoria: l'abbiamo sterilizzata giovedì e pensavo che, anche se l'operazione è stata fatta in laparoscopia, potesse avere bisogno di me.
Per fortuna la ragazza sta benissimo, quasi come se nulla fosse successo.


Quando i bambini sono tornati da scuola, abbiamo deciso di dare una pulita alla casa e fare una torta per le mie amiche che vengono oggi.
La ricetta l'ho presa dalla mia amica Euforilla, che oggi ne assaggerà il risultato.



Con gli avanzi di pasta, abbiamo fatto dei biscotti alla cannella che non ho fatto in tempo a fotografare, perché sono spariti subito.
Ma la torta è al sicuro da gatti, cani e umani, e oggi la mangeremo con il tè.


venerdì 12 dicembre 2014

Christmas is coming (and I'm not ready!)


Stamattina, quando i bambini ed io siamo scesi in vallata, questo era il paesaggio che si è aperto davanti a noi.
Lo so che la foto non rende, ma era bellissimo.
E Amelia ha commentato: certo che la vallata è sempre bella, quando è verde o allagata o bianca come adesso.
Ettore se n'è uscito con una frase poetica che mi è piaciuta tantissimo: la brina è lo spirito della neve.
Poi si è lanciato nella composizione di una canzone dedicata, mentre marciavamo verso il caseificio.
(Tralascio la parte rocambolesca della mattinata, dovuta in parte allo sciopero e in parte all'impegno di mio marito nel complicarmi la vita)



domenica 7 dicembre 2014

Sholeh Zard - La trilogia


Ed eccola, la mia fatica editoriale dell'anno. Si può comprare qui.
Non solo ho riunito i tre libri sotto un unico titolo, ma ho anche variato l'impaginazione delle note per renderle più immediate e fruibili.
Questo significa che presto avremo anche la versione in formato epub, ma intanto ci tenevo a far uscire questo libro nel giorno del Patrono (di Milano, Sant'Ambroes).
Alla fine dei libri già pubblicati, una piccola chicca: il racconto inedito Natale in casa di Cthulu, dal punto di vista di Babbo Natale.

E intanto noi, per onorare come si deve il Patrono di Milano, ce ne andiamo... a Genova!

Aggiornamento: Sholeh Zard - La trilogia è disponibile anche in formato epub (per Kobo e altri ereader) a questo link.


martedì 2 dicembre 2014

Alexis, o il trattato della noia vana


Ommioddiochepalle.
Ecco l'elaborato giudizio critico che posso dare alla Youcenar di 26 anni.
Mi sento quasi sacrilega a scriverlo, eppure lo sospettavo.
Intendiamoci: le do atto di aver scritto questo libro a 26 anni. Anche se a 26 anni non si è bambini (e nel 1929 ancor meno che nel 2002), è comprensibile che si tenda ad essere più pesanti che a 36.
Forse è che si vuole essere presi sul serio, forse non sono ancora stati del tutto superati i drammi assoluti e privi di autoironia dell'adolescenza.
Fatto sta che anch'io sottovalutavo la leggerezza a quell'età. O semplicemente mi interessava scrivere di altro, senza dar sfogo a quella vena divertita che è stata la mia salvezza. O forse ancora non ero così felice da voler ridere anche quando scrivevo.
Fatto sta che le cose che io scrivevo a 26 anni posso rileggerle per affetto e per nostalgia (o anche solo per raccapriccio), mentre quello che la Yourcenar scriveva a 26 anni non mi vale proprio la pena di rileggerlo.
L'ho abbandonato. Cosa che secondo me avrebbe fatto anche l'ipotetica Monique, che si vede arrivare un plico di 150 pagine scritto da uno che sostiene di non amare la scrittura.
Io l'ho ricevuta una lettera in cui mi si spiegava qualcosa del genere. Mi ha fatto male, ma almeno non sono morta di noia. Se fosse stata più lunga, mi sarei sentita cornuta e mazziata.
E tanto basti per il povero Alexis.

Nell'edizione francese che sto usando, come in molte altre di varie lingue, Alexis è seguito da Le Coup de Grace.
Ecco, mi chiedo il perché di questa scelta editoriale: si tratta di due opere diversissime, scritte a 10 anni di distanza l'una dall'altra. L'uno è una lunga lagna autobiografica, mentre l'altro è una vera e propria opera di narrativa. E se non bastasse, il secondo è molto più attraente e avvincente del primo.

Bello nonostante i quarant'anni, pietrificato in una specie di dura giovinezza, Eric von Lhomond doveva ai suoi antenati francesi, al padre prussiano e alla madre baltica, la sua alta statura, il profilo stretto, i pallidi occhi azzurri, l'arroganza dei rari sorrisi e quello sbattere di tacchi che gli era ormai vietato dalla frattura al piede e dalle bende.

Ditemi che non vi viene voglia di sapere che cosa ha fatto.
Anche se non siete più adolescenti infatuate dei belli e dannati.

giovedì 27 novembre 2014

Esperienza creativa con Crayola #2


Come dicevo qualche giorno fa, nell'ultimo periodo i pomeriggi di pioggia non sono mancati. Quindi abbiamo avuto la possibilità di provare un altro dei prodotti Crayola che ci sono stati inviati: il set di pennarelli per il vetro.



Siccome Natale si avvicina a grandi passi, abbiamo pensato di usare questi colori per fare dei portalumini - segnaposto per il pranzo dai nonni.
Prima di tutto, abbiamo usato una bottiglietta per fare le prove di tutti i colori.


E poi ci siamo buttati, con tanta fantasia e altrettanta curiosità.
Devo dire che gli stencil presenti nella confezione erano molto belli e anche azzeccati per il tema, ma più adatti a disegnare su finestre e finestrini che non su superfici curve.
Così siamo andati a mano libera.



Alcuni di noi addirittura si sono lanciati sull'astratto.


Ci siamo divertiti tanto che anche Daisy avrebbe voluto partecipare!


lunedì 24 novembre 2014

Esperienza creativa con Crayola #1


Qualche tempo fa, ho chiesto di partecipare a un'iniziativa di Crayola: mi sono stati inviati a casa tre prodotti adatti a bambini dell'età dei miei.
Siccome nelle scorse settimane i giorni di pioggia non sono mancati, abbiamo avuto modo di scartarli e provarli insieme.
Il primo, che attirava tantissimo entrambi i miei figli, era Charms Mania.
Devo fare una premessa: odio le paste da modellare per bambini. Il loro odore mi dà il voltastomaco, oltre al fatto che poi me le trovavo appiccicate per tutta casa.
La pasta usata per le perline di Crayola, però, è un'argilla: è inodore, non tende ad appiccicarsi (anche se consiglio di lavorarla su un cartone, magari di quelli che si trovano nella confezione come separatori) e si asciuga all'aria.
Il procedimento è semplice e divertente: si stacca un po' di argilla, si forma una pallina. Con l'aiuto di un attrezzo particolare, si inserisce nella pallina un cilindro di plastica che fa da buco.


Poi la perlina viene passata su appositi stampini per la decorazione. Oppure le vengono applicati i brillantini.


 Dopodiché viene messa ad asciugare, in attesa di essere dipinta.


Il gioco ha la giusta combinazione di ripetitività e creatività. Ai bambini piace sia la prima parte del procedimento, quella standard per tutti, sia la personalizzazione della perlina, che consente di dar sfogo alla fantasia.
Notate bene: ho parlato di bambini, non di bambine. Entrambi i miei figli si sono entusiasmati per questo gioco, al punto di coinvolgere persino il papà.




Proprio qui sta l'unico limite di questo prodotto: è fortemente orientato a un pubblico femminile, come testimoniano la confezione e la scelta dei colori dei materiali. Quindi i maschi potrebbero essere respinti da una caratterizzazione così spinta.
Invece si tratta di un gioco che diverte e cattura anche loro, aiutandoli a concentrarsi e a sviluppare manualità e gusto.

mercoledì 19 novembre 2014

The Yourcenar Project


 Molto tempo fa, in una galassia lontana lontana, viveva una persona di cui tutt'al più mi sento vagamente parente: faccio molta fatica a ricordare che quella ero io.
Tra le poche sue cose in cui mi riconosco, c'è la passione per l'opera di Marguerite Youcenar.
Funesta passione, a dire il vero, dal momento che è stata uno dei motivi per cui quella persona là si è messa con un uomo totalmente inadatto a lei.
In principio fu l'Opera al Nero. Poi Memorie di Adriano e tutto il resto.
Alcuni libri li ho letti e basta. Altri li ho riletti, anche in lingua originale.
Come dicevo, li ho letti quando ero una persona diversa. Mi chiedo che effetto mi farà rileggere gli stessi libri ora che sono questa qui.
Voglio dire: la Yourcenar parla di sentimenti alti e nobili, di riflessioni intellettuali eccelse.
Io l'altro giorno mi sono trovata nella seguente situazione: il Quarto ha prodotto un vomito pieno zeppo di segmenti di tenia e Daisy ne ha mangiato una parte prima che io riuscissi ad attraversare la stanza per impedirglielo. Altro che pensieri profondi e alto sentire.
Spinta dalla curiosità, ho deciso di rileggere l'opera omnia di Marguerite Yourcenar in lingua originale. Possibilmente entro il 2015. E possibilmente andando in ordine cronologico.
Si comincia con Alexis.


lunedì 17 novembre 2014

Allagati e contenti


Lo so che altrove l'alluvione ha causato vittime e danni, cosa di cui mi dispiace enormemente. So anche che alcuni amici si trovano ad aver subito disagi e perdite, mentre io me ne stavo incazzata ma tutto sommato tranquilla a guardare le secchiate d'acqua che si abbattevano sulla Lombardia.
Però ieri è uscito il sole ed il paesaggio allagato era uno spettacolo.




C'erano molti curiosi venuti apposta per vederlo, alcuni con macchine fotografiche di tutto rispetto.
Neofiti delle Cascine Orsine, ma anche habitué che si crucciavano di non poter fare il solito giretto nel bosco, perché anche il bosco era allagato.




Tra questi ultimi, Daisy ha trovato un amico.




giovedì 13 novembre 2014

La torta esperimento


Qualche tempo fa, una collega mi ha dato un'indicazione per cui la ringrazierò in eterno: la ricetta del melaccio.
La stessa collega mi diceva che secondo lei era da provare anche la torta cioccopere, cosa su cui in effetti concordo.
Però ieri mi sono trovata a voler fare una torta per accompagnare il tè: un'amica sarebbe venuta a casa mia, sfidando acqua e fango, e meritava un po' di conforto.
Contavo di farle assaggiare un tè al bicerin, specialità di una meravigliosa erboristeria torinese. E avevo in casa un bel po' di pere. Purtroppo, non avevo né cioccolato da fondere, né cacao. Né uova, a dire il vero, ma ultimamente ho imparato a farne a meno usando l'agar agar come addensante.
Mi è venuto in mano un vecchissimo preparato per budino fondente, della Lindt. E ho deciso di osare, prendendo la base del melaccio e trasformandola completamente.
La fortuna aiuta gli audaci.

Ingredienti:
una busta di preparato per budino al cioccolato fondente
200 g yogurt
200 g farina integrale
100 g miele (ma anche un po' meno, non guasta)
1 bustina di lievito per dolci
cannella e zenzero in polvere a piacere
pere a volontà

Tagliare le pere senza sbucciarle, togliendo picciuolo e torsolo. Amalgamare gli altri ingredienti.
Quando il composto è uniforme, aggiungere metà delle pere. Disporre le altre sul fondo di una teglia foderata di cartaforno.
Versare il composto dentro la teglia, livellare e mettere in forno preriscaldato a 180° per circa 40-45 minuti.
Una volta sfornata, far raffreddare nella teglia.
Quando la torta sarà tiepida, rovesciarla su un piatto, togliere la cartaforno e rovesciarla di nuovo nel piatto da portata.
Tenere in frigo fino al momento di servirla.


martedì 11 novembre 2014

Legna vs pellet


Quando siamo entrati nella casa del polacco, ci è stato subito chiaro che non avremmo potuto gestire il riscaldamento come nella casa vecchia: il metano non arriva fin qui, l'unica possibilità è farsi mettere una bombola di GPL.
Prontamente l'abbiamo fatto, e il padrone di casa ha pagato sia la caldaia sia l'impianto dei termosifoni (il polacco, da vero polacco, si scaldava solo con una stufa a legna).
Ma scaldare a GPL costerebbe una follia: quando l'abbiamo fatto, per prova, in un weekend ci sono partiti 50 euro.
Allora abbiamo cercato una soluzione alternativa. Ci era chiaro che dovevamo prendere un impianto che riscaldasse l'acqua nei termosifoni, ma non avevamo capito bene se ci convenisse pensarlo a legna o a pellet.
Alla fine, abbiamo optato per una caldaia a pellet, ma, grazie al fatto che la casa del polacco dispone di ben 3 canne fumarie, nella mezza stagione possiamo scaldarci anche col camino e con la nostra nuova stufa parigina.


La legna ha diversi pro:
- puoi usare la carta da buttare per accendere il fuoco, anziché dover aspettare 2 settimane per il ritiro
- puoi usare qualsiasi tipo di legna: l'albicocco malato di tuo nonno, le robinie che ci tocca periodicamente tagliare per non esserne soffocati, alberi caduti per il maltempo o per la vecchiaia
- ci puoi buttare anche i gusci di noce e arachidi, che tuo marito produce in quantità industriale
- il camino e la stufa vanno sempre, anche quando va via la luce
- un camino fa sempre calore e allegria
Ma i contro non sono da meno:
- la legna sporca
- il fuoco va continuamente alimentato (chiedetelo alle Vestali)
- a volte ci metti mezz'ora o più per accendere, se hai materiale umido o se non è giornata
- poco o tanto, la casa puzza di fumo
- se fuori piove e tu devi andare a prendere la legna, ti si bagna tutta
- se non hai un impianto di ventilazione, l'ambiente si scalda solo intorno al camino. Con la stufa, il raggio è più ampio e l'inerzia più lunga


Il pellet, dal canto suo, non è che abbia solo pro. In un primo tempo, avevo valutato più i contro:
- un sacco di pellet è una cosa molle che pesa 15 chili, stoccato in bancali da 70 sacchi l'uno circa. Questo significa che la maggior parte delle volte se ne fa carico Luca, perché per me già arrivare al sacco è un'impresa.
- per risparmiare davvero, devi comprare almeno 2 bancali di pellet per volta, che non occupano poco spazio
- non ci puoi buttare dentro gli scarti da bruciare, e questo significa che la tua brava carta te la devi tenere da parte e buttarla ogni 15 giorni, col rischio che ci piscino i gatti
- devi pulire la stufa tutti i giorni, e una volta alla settimana devi passarla con gli spazzolini
- devi smontare e pulire la stufa ogni mese
- se manca la corrente, la stufa non funziona
I pro, però, sono stati decisamente vincenti rispetto ai contro:
- un sacco di pellet dura circa 12 ore, quindi puoi permetterti di usare la stufa a pellet come useresti una caldaia a metano (salvo alcune differenze nell'uso del termostato)
- puoi regolare la stufa con un termostato
- il fuoco si accende in pochi minuti
- il pellet non sporca
- non c'è puzza di fumo, solo un gradevole aroma di legna
- la fiamma del pellet è alta e bellissima
- non so con le stufe ad aria, ma la mia caldaia consente un riscaldamento uniforme di tutto l'ambiente
- i gatti la adorano


lunedì 3 novembre 2014

Il momento giusto

Mesi fa, nella newsletter Kindle, mi arriva un'offerta su Per mano mia. Non conoscendo la serie, la ignoro.
Durante la giornata, però, diverse amiche (una in particolare) pubblicano su Facebook un'esortazione a non farsi sfuggire l'offerta, perché il libro merita.
Lo compro, ma non lo leggo. Il tempo passa, e me lo scordo.
Poi, la mia meravigliosa bibliotecaria-pusher mi propone il primo libro della serie del commissario Ricciardi. Io lo prendo senza troppa convinzione (chissà perché). Prima mi divoro i libri che erano in prenotazione, finché mi rimane solo lui.
Mi conquista da subito: questo commissario che vede i morti ammazzati, a Napoli, in epoca fascista.
Il primo libro mi è piaciuto ma non mi ha messo addosso quella smania di leggerli tutti subito. Il secondo mi ha messo un po' di prurito nelle mani. Il terzo e il quarto mi son volati in questi giorni, e ormai la smania è innescata.
Ora tocca proprio al libro che avevo comprato e dimenticato mesi fa. Non vedo l'ora, è proprio il momento giusto.

lunedì 27 ottobre 2014

Prender su e andare via


Amo casa mia, come sapete.
Ci sto bene, soprattutto in questa stagione.
Questo non significa che abbia smesso di star bene in tutti gli altri posti. In particolare, ci sono alcuni posti in cui "devo" andare in certi periodi, in modo che la loro magia si compia appieno.
La Valtrebbia è uno di questi posti, e il periodo in cui andarci per me è ottobre. Un weekend soleggiato di ottobre.
Il che ci permette di goderci il fiume di giorno (ci sono stati anni in cui si stava in maglietta coi piedi a mollo) e di scaldarci accanto al camino di sera.
Nell'agriturismo San Martino, naturalmente: sono amici di quelli preziosi, che magari vedi una volta all'anno ma ogni volta è come tornare a casa.
Quest'anno, abbiamo approfittato di questo appuntamento anche per provare a vedere come si comporta Daisy in un contesto diverso dal solito.
A parte una certa inappetenza, probabilmente dovuta all'eccitazione, è andato tutto bene.


Ha subito fatto amicizia con i cani dell'agriturismo, ha giocato e corso tutto il tempo, ha fatto il bagno nel fiume, ha dormito tranquilla in camera con noi.
Insomma, un angelo.
C'è stato un momento, mentre eravamo in camera, in cui mi sono quasi commossa: Daisy si è avvicinata a Ettore, che dormiva già, e gli ha dato un rapido bacino.
Ci sono momenti in cui senti quasi fisicamente l'amore che emana da lei.
Ieri sera siamo tornati a casa ricaricati e felici, pronti ad affrontare la settimana con più energia del solito.
Che poi stanotte la stufa abbia cercato di assassinarci nel sonno è un'altra storia.



giovedì 23 ottobre 2014

Di foglie e di vento



Ora dirò una cosa molto impopolare: nonostante io odi il freddo, soprattutto se ventoso, e nonostante io stia passando i miei giorni in ufficio a pregare perché un montone vivo mi cada sulle spalle e ci resti, a me questo tempo piace.
Perché il cielo è terso, si vedono le Alpi e gli Appennini.
Perché mi piace il rumore che fanno le foglie secche quando ci cammino sopra.
Perché stasera tornerò a casa e saranno accesi la stufa e il camino.
Perché bevo litri di tè bollente.
Perché lavorare a maglia sembra più "giusto" che in altre stagioni e climi.
Perché i gatti diventano coccolosi e ti si spalmano addosso per ore, scaldandoti.
Perché oggi ho potuto indossare per la prima volta un cappello che avevo completato sul finire dell'anno scorso, e che tiene caldo con la massima morbidezza.


martedì 21 ottobre 2014

Spostare le piramidi



OK, lo ammetto: la grigliata è stata tutta una montatura.
Non ce ne fregava niente di darvi da mangiare: volevamo solo avere in giardino abbastanza braccia da spostare la piramide del polacco.
(Doverosa premessa: il polacco si era costruito questa piramide, debitamente rivestita di zanzariera, per ricaricarcisi. Dal momento che per me è solo un bell'arrampicatoio per rose, ho pensato che sarebbe stata meglio nel roseto appunto. Il posto lasciato dalla piramide sarà a tempo debito occupato da una piccola roulotte scrausa. Fine della premessa.)
Alcuni di voi erano avvisati, altri sono stati presi con l'inganno. Fatto sta che lo scopo è stato raggiunto, e ora una decina di voi può fregiarsi di aver spostato una piramide.
Per chi ama le statistiche, abbiamo dato da mangiare a 31 adulti e 7 bambini, senza contare i cani. Non so quanti chili di carne e verdure siano stati grigliati, ma abbiamo avanzato quasi tutto ciò che noi avevamo comprato apposta, perché la vostra generosità è stata incontenibile: avete portato carne, pane, dolci, stuzzichini, vino, birra, bibite, persino un bellissimo fiore (quello però non l'abbiamo grigliato).
Ma soprattutto avete portato voi stessi: tutti diversi ma fantastici, e vi siete amalgamati ancora meglio, avete fatto amicizia e vi siete divertiti.
Mi sono divertita anch'io, sono stata bene e, siccome abbiamo avanzato chili di roba, sto già programmando di ripetere l'esperienza.
Come la vedete la grigliata di Halloween?