martedì 9 giugno 2009

Oh quanti bei bambini Madama Dorè

Premessa: questo NON è un post contro le famiglie numerose. Ho vissuto quasi come quinta figlia di una famiglia numerosa per 5 anni, leggo e stimo MAQ che ha 4 femmine, ho diverse amiche che hanno superato il momento della coppietta e hanno pensato bene di allargare la famiglia.
Più in generale, posso dire che io non sono mai contro qualcosa a priori. A meno che io non sia coinvolta contro la mia volontà.

Qualche tempo fa, ho avuto uno spiacevole scambio di commenti con una blogmamma. Non chiedetemi il nick perché non lo ricordo, e poi non ve lo direi mai. Ricordo solo che era mamma di 4, non ricordo nemmeno se di bambine soltanto o classe mista.
In un suo post, si crogiolava nell'idea che le famiglie "normali" la guardino come una minaccia perché a loro manca il coraggio di fare come lei. E io le dicevo: no, non è una questione di coraggio, è una questione di priorità. Perché non è che i figli li fai e li lasci andare nel vasto mondo come tanti gattini. Se io faccio un figlio, lo faccio per dedicargli tempo per tutta la vita. E non vale dire: dove dai attenzione a uno, la dai a tutti. Pur avendo figli piccoli, mi rendo conto che ciascuno di loro ha bisogno di una porzione del mio tempo tutta per sé, e purtroppo il tempo non è infinito.
Qualcuno potrebbe dirmi: con tutto il tempo che dedichi alla danza, alla scrittura e alle altre stronzate, potresti fare anche una coppia di gemelli. Sì, potrei anche, ma non desidero togliere tempo al mio modo di essere un essere umano. Dal momento che la scienza mi ha dato modo di evitare un terzo concepimento, farò del mio meglio perché gli altri parti della mia vita riguardino l'ingegno e la creatività, che poi sono ciò che ci distingue dalle bestie (con tutto il fatto che a volte, davvero, non vorrei distinguermi).
A questo punto, la plurimamma in questione mi risponde che ah, ma no, anche lei fa moltissime cose: è mamma, ma anche moglie, amica, amante, ricamatrice, ecc. ecc. e soprattutto sognatrice.
E qui mi casca l'asino. A parte il fatto che ho il brutto vizio di voler dormire 8 ore a notte, io non voglio limitarmi a sognare. Voglio produrre qualcosa, e qualcosa di bello. Non il classico lavoro femminile che puoi lasciare lì anche per anni (senza offesa per chi li ama: vi invidio, anzi!), ma un prodotto del mio ingegno che mi richieda di metterci un pezzo della mia anima.
Faccio un esempio. Viola, direte voi. Invece vi frego: la danza, dico io. Per carità, potrei mettermi a danzare mentre giro la pasta. Così come c'è chi canta sotto la doccia. Ma, per me, la vera essenza della danza è duplice. Da un lato, se sto creando per me o per le mie allieve, ho bisogno di ascoltare bene il pezzo, riscaldarmi per non farmi male, provare sia i singoli movimenti sia le combinazioni, segnarmi i passaggi e impararli a memoria. Se invece sto imparando, va da sé che sono altrove rispetto a casa mia, con una maestra che mi richiede tempo e concentrazione. Non esistono sconti: se i bambini entrano a disturbare questi processi, al massimo posso trasformare il tutto in un momento per loro, ma l'attività creativa principale viene rimandata.
Altro esempio, e stavolta avete indovinato: Viola. Non sono ovviamente come certi grandiscrittori (sì, scritto tutto attaccato e al maschile) che pretendono l'isolamento e la quiete. Mi basta che nessuno stia saltando sul mio letto (scrivo a letto, ve l'ho mai detto?) o mi chieda in continuazione acqua - cibo - devo fare la pipì - che cosa stai facendo? Quindi, in genere, scrivo o mentre i bambini dormono (vedi ora) o mentre c'è qualcun altro che si prende cura di loro.
Qualcuna (in genere sono sempre le donne a fare questo tipo di domande) mi chiederà: ma cosa ti resta di tutto questo? Non sarebbe meglio dedicare tutto il tempo ai tuoi figli?
Al di là della salvaguardia della mia salute mentale, rispondo: no, serenissimamente no. Il motivo, stranamente, è lo stesso per cui sono contenta che nessuno mi abbia mai "scoperta" quando scrivevo le cose dei 20 anni (che, vi assicuro, non avevano niente da invidiare a certa roba che circola nelle librerie), consacrandomi alla carriera di scrittrice a tempo pieno (ammesso che in Italia esista): per poter dare qualcosa al mio pubblico (che siano i miei lettori immaginari o la mia famiglia reale), ho bisogno di vivere.
Vi immaginate di che cosa potrei scrivere, se non avessi avuto una vita lavorativa avventurosa, se non avessi un uomo molto particolare e non fossi madre dei miei bambini? Quando ero ragazzina, la mia massima aspirazione era proprio questa: rimanere single e senza figli per sempre, al solo scopo di scrivere. Ma scrivere in queste condizioni è come trivellare il deserto in cerca di acqua: o trovi il petrolio, che ti arricchisce ma non ti disseta, o devi essere una vera illuminata capace di trasformare la sabbia e governare gli elementi.
Invece, grazie alla mia vita, io sono in grado di mandare Viola a chiedere un finanziamento per la sua agenzia, in quanto imprenditrice donna. Riesco a immaginare come sia vivere in bilico tra due mondi, e non sentirsi per niente inverosimile. Riesco persino a capire che si possa essere attratte da uno che non è tuo marito, magari pure giocarci, ma non far accadere niente di fisico perché alla fine ciò che ti interessa è la conquista, non la scopata. Se non avessi avuto la vita che ho avuto finora, avrei raccontato situazioni come queste senza la profondità che richiedono, banalizzandole.
Sul lato figli, avere vissuto tante esperienze e mettermi in condizione di viverne ancora adesso non mi sarà di grande aiuto, ma quando saranno più grandi credo di sì. Per esempio: rispetto a mia madre (che non è ignorante, ma è una persona borghese cresciuta in provincia tra persone normali), credo che sarò molto più flessibile su un eventuale scelta di non fare l'università, se questa scelta sarà motivata da una concreta passione. E penso che saprò guidare i miei figli attraverso le tante possibilità di farsi strada, anche se vorranno essere artigiani o artisti o panettieri o qualsiasi altro lavoro che non richieda una laurea.
Se mia figlia si legherà a un uomo che la fa soffrire, cercherò di aiutarla a venirne fuori, perché ci sarò passata anch'io. Se mio figlio invece si innamorerà di una stronza, sfrutterò gli studi fatti per Viola e Stefan per toglierla di mezzo, ma questo è un altro discorso.

Vi confesso che a volte ci sono momenti in cui penso che magari, il terzo... Ma poi, a parte la stratosferica camurria di gravidanza, parto e primi mesi, penso che adesso mi sembra di aver preso il giro giusto, di aver intrapreso una strada che non può essere rimandata.
Spero che la tenerezza del neonato me la diano i miei cognati e i miei amici. E che Viola sia la mia terza figlia, in parole e disegni.

9 commenti:

  1. bello legegre questo post perché mi ritrovo in tutto, ma proprio tutto.
    la vita va come va, anche.
    noi tutti abbiamo tante energie , come usarle è una scelta personale e non sindacabile, il vero delitto è sprecarle

    RispondiElimina
  2. Io non sono madre, quindi forse il commento non conta...

    Però lo dico ugualmente: secondo me, una madre che dice (scrive) queste cose è una gran madre (e una spplendida donna).

    Ti stimo.

    RispondiElimina
  3. Sottoscrivo. Ma soprattutto trovo sbagliato in quello che ti ha detto quella blogger il fatto che lei prenda a misura di tutto se stessa. Ognuno fa le scelte giuste per sè e non mi sembra che ci sia egoismo dietro al fatto di avere 2 figli anzichè 4. Anzi, al giorno d'oggi ne basta uno per la medaglia!

    RispondiElimina
  4. Mi piace molto leggere il tuo blog, e lo faccio spesso, anche se commento poco. Siamo completamente diverse (il quarto figlio è il mio sogno più grande, ad esempio) ma trovo sempre le tue parole interessanti e stimolanti.

    In questo caso, fai benissimo ad avere le tue priorità e a lasciare tempo e spazio da dedicare a ciò che conta per te. Questo non fa di te una madre meno degna di quella che ha 4 figli.

    RispondiElimina
  5. Sarai una brava mamma proprio perchè non stai ammazzando la tua vita e le tue passioni per i due pargoli. Almeno tu non dirai, si spera, "ahhh con tutte le rinunce che ho fatto per te...." come invece farà probabilmente la mamma-me-la-tiro-ne-ho-fatti-4
    E a proposito dei lavori senza laurea... capace che poi fanno come me che dopo una laurea, un master e mezza seconda laurea, mi sto dando a far l'artigiana e vivaddio ne son felice!
    Genitori e mariti "comuni" schiumerebbero... i miei per fortuna m'assecondano.

    secondo me, alla fine, i caga-alto falli parlare, e tu vai avanti col tuo SanoEgoismo che vai alla grande! ^_^

    RispondiElimina
  6. ...sarei curiosa cosa pensa la tua blogmamma di una nullipara come me. Probabilmente che sono una persona miserrima. Che amarezza.....

    RispondiElimina
  7. sul discorso maternità non posso parlare. io non ne ho, bambini, e chissà se li avrò mai.
    ma qualche tempo fa scrivevi (da me) che io ti ricordo com'eri anni fa. e anche io a suo tempo ho fatto la riflessione che la letteratura deve parlare della vita, e se non si vive non si può scrivere.
    anche se poi riciccia Emily Dickinson e mi scombussola tutto il sillogismo aristotelico...
    ciao,
    byron

    RispondiElimina
  8. Io ho due figli, non ne voglio altri per una serie di motivi che non elenco ma sono assolutamente egoistici. Voglio però portare l'esempio della ragazza che abita al piano di sopra: sei figli, il più grande 10 anni il più piccolo sei mesi, tutti e sei voluti senza alcuna motivazione religiosa, tutti e sei curati e seguiti solo da lei in maniera attenta e presente. Non sbatte la sua scelta in faccia a nessuno, non delega e non chiede aiuto. E' felice della sua scelta e la porta avanti con serenità, i bambini sono educatissimi e sempre in ordine, e lei non si permette di giudicare le persone se hanno deciso di non avere figli o farne un numero limitato;) Lanternina bella, sei una calamita per alcune persone che amano la polemica; un ultima considerazione secondo me se una persona ti aggredisce verbalmente è perchè in realtà non è troppo soddisfatta della propria vita, altrimenti spiegherebbe le sue ragioni con pacatezza.
    Altro commento chilometrico.
    Scusami e ciao, Daniela

    RispondiElimina
  9. In buona sostanza, è un po' come dicevo alla mia veterinaria (una figlia): nessuno si sogna di romperti le balle se hai 1, 2 o 5 gatti (al massimo la diatriba è tra gattari e non gattari), perché dovrebbe essere diverso con i figli? ;-)

    RispondiElimina